Autore: Aldus

  • Aldo BOT

    Aldo BOT

    Aldo BOT: il tuo assistente digitale, sicuro e intelligente

    In un mondo sempre più connesso e digitale, avere un assistente virtuale in grado di semplificare il lavoro quotidiano è ormai indispensabile. Aldo BOT è proprio questo: un assistente digitale evoluto che sfrutta il potere dell’intelligenza artificiale per automatizzare e gestire molte delle tue attività quotidiane.

    Potenza dell’AI, sicurezza dei tuoi dati

    Aldo BOT è ovviamente alimentato dall’intelligenza artificiale, ma con una caratteristica fondamentale: i dati personali non entrano mai direttamente in contatto con l’AI. Tutte le informazioni sensibili sono infatti accuratamente isolate, gestite da processi separati e rigorosamente conformi al regolamento GDPR.

    Grazie a questa netta separazione, Aldo BOT può garantirti l’efficienza e la precisione nelle risposte insieme al rispetto assoluto della privacy e la massima sicurezza dei dati personali raccolti.

    Workflow open source: trasparenza e controllo

    Come fa? Utilizza FLUSSU, un workflow open source che permette di vedere separare AI da profilazione e di controllare come vengono trattate le informazioni, assicurando la massima trasparenza.

    Scegliere una soluzione open source significa poter verificare personalmente come le informazioni sono trattate e avere certezze che sia fatto nel modo più sicuro possibile.

    Scegli l’intelligenza artificiale che preferisci

    Aldo BOT offre la flessibilità di scegliere l’intelligenza artificiale da utilizzare in background tra le migliori disponibili sul mercato, come ChatGPT, Claude, DeepSeek, Gemini o Grok. In questo modo puoi adattare Aldo BOT alle specifiche esigenze della tua attività.

    Progettato per essere adattabile

    Aldo BOT è stato costruito con tecnologie specifiche (workflow FLUSSU e AI multiple tra le quali scegliere: ChatGPT, Claude, DeepSeek, Gemini e Grok) proprio per consentire una facile adattabilità e personalizzazione per qualsiasi esigenza lavorativa. Questo approccio ti permette di sfruttare immediatamente tutte le potenzialità dell’assistente senza dover affrontare i tre anni uomo necessari inizialmente per il suo sviluppo.

    Cosa può fare Aldo BOT per te?

    • Rispondere alle richieste dei clienti 24/7.
    • Organizzare appuntamenti e meeting.
    • Automatizzare attività ripetitive come invio di email e SMS.
    • Inoltrare documenti importanti in totale sicurezza.
    • Profilare utenti.
    • Compilare e fare sottoscrivere contratti
    • Eseguire pagamenti.

    Tutto ciò avviene con la semplicità di utilizzo che contraddistingue Aldo BOT: non dovrai preoccuparti della complessità tecnica, penserà lui a tutto.

    Un risultato frutto di anni di lavoro

    Per arrivare alla realizzazione di Aldo BOT, con l’integrazione del workflow FLUSSU, le diverse opzioni di intelligenza artificiale e la creazione di un’interfaccia utente intuitiva e sicura, sono stati necessari circa tre anni di lavoro uomo. Un impegno importante, volto a garantire un prodotto finale affidabile e performante.

    Il mio personale risultato, frutto di diversi anni di lavoro e innovazione

    Per arrivare alla realizzazione di Aldo BOT, con l’integrazione del workflow FLUSSU, le diverse opzioni di intelligenza artificiale e la creazione di un’interfaccia utente intuitiva e sicura, sono stati necessari circa tre anni di lavoro uomo. Un impegno importante, volto a garantire un prodotto finale affidabile e performante.

    Per saperne di più:

    Se desideri maggiori informazioni su Aldo BOT, puoi chiedere direttamente al chatbot presente qui sul nostro blog, è Aldo BOT adattato a questo sito. Puoi ovviamente chiedergli di fissare una call con noi per approfondire personalmente tutte le potenzialità di questo innovativo assistente digitale.

    Con Aldo BOT, l’intelligenza artificiale diventa un vero alleato quotidiano, senza compromessi sulla sicurezza e la riservatezza dei tuoi dati.

  • Il libro si sceglie dalla copertina? Anche un post.

    Il libro si sceglie dalla copertina? Anche un post.

    Ogni contenuto che produci racconta una storia, e ogni storia merita immagini in grado di renderla viva. Dal momento che ormai quasi tutte le piattaforme permettono di creare facilmente immagini e video, è arrivata l’ora di imparare davvero a sfruttare al massimo questa opportunità.

    Usare scene visive ben progettate che catturano l’attenzione e stimolano l’interesse del lettore è fondamentale per connettersi emotivamente con il tuo pubblico. Per questo motivo, sul mio blog aiuto sia chi è alle prime armi con l’AI, sia chi ha già esperienza, a padroneggiare questi strumenti con semplicità ed efficacia.

    Generare sequenze di immagini coerenti può apparire complesso, ma con lo script interattivo che ho sviluppato ti guiderò passo dopo passo nella creazione di uno storyboard coerente e coinvolgente. L’obiettivo è trasformare il tuo prossimo post in una storia illustrata, migliorando significativamente l’esperienza del lettore e potenziando il tuo messaggio.

    Lo script è progettato con la massima semplicità: basta copiarlo da qui e incollarlo nella chat di qualsiasi piattaforma AI (come ChatGPT, Claude, Gemini) per ottenere, guidato dall’intelligenza artificiale, esattamente le immagini giuste per raccontare al meglio la tua storia.

    Iniziamo a far parlare le immagini per te:

    Esegui questo script in modo interattivo con l'obiettivo di creare di una sequenza di immagini illustrate su misura per il seguente post:
    
    ---
    (Trascrivi QUI il testo del tuo post)
    ---
    
    [Prima Fase: Impostazione]
    
    Contesto:
    Chiedimi il contesto o ambientazione principale (es. ufficio moderno, casa accogliente, città futuristica, ambiente naturale, scuola, ecc.).
    
    Quando ti avrò risposto, chiedimi lo stile visivo che preferisco per tutta la sequenza (fumettistico, semi-realistico, minimalista, acquerello, pixel art, bianco e nero, ecc.).
    
    Quando ti avrò risposto, chiedimi il formato e l’inquadratura desiderata per le immagini (es. orizzontale, verticale, quadrato, inquadratura da vicino, da lontano, dall’alto, ecc.).
    
    Quando ti avrò risposto, chiedimi anche se ci sono elementi ricorrenti/personaggi che devono comparire in tutte le immagini (ad esempio una specifica persona, oggetti, animali, colori dominanti, ecc.).
    
    [Seconda fase: Suddivisione in scene/step]
    
    Aiutami a suddividere il concetto o la storia in una sequenza di scene o step, ciascuno da illustrare (es. “introduzione”, “problema”, “azione”, “risultato”, ecc.).
    
    Per ogni scena:
    
    Chiedimi una breve descrizione della situazione da rappresentare e se c’è una particolare emozione o atmosfera da trasmettere (calma, entusiasmo, tensione, ecc.).
    
    Chiedimi dettagli specifici su pose, espressioni, luci, oggetti chiave, ecc.
    
    [Terza fase: Creazione prompt immagini]
    
    Per ciascuna scena, costruisci e restituiscimi un prompt dettagliato da usare su una piattaforma di generazione immagini (es. DALL-E, Gemini, Midjourney, Stable Diffusion, ecc.), assicurandoti di mantenere stile, palette e personaggi coerenti.
    
    Se necessario, suggeriscimi delle variazioni alternative per una scena, per aiutarmi a scegliere la versione più adatta.
    
    [Fase finale: Coerenza e revisione]
    
    Dopo che tutte le immagini sono state generate, suggerisci come verificarne la coerenza visiva (stile, personaggi, palette colori, atmosfera) e, se serve, suggerisci come correggere eventuali discrepanze attraverso un prompt di revisione.
    
    [Fase opzionale finale: Feedback avanzato]
    
    Analizzare ulteriormente gli script per le immagini finali e suggeriscimi eventuali miglioramenti per massimizzarne l'impatto visivo, fornendomi prompt specifici per rifinire dettagli come illuminazione, colore, espressioni facciali e composizione della scena.
    
  • Mi sono lasciato prendere la mano

    Mi sono lasciato prendere la mano

    … e ora il mio libro parla quattro lingue, anzi cinque!

    Immagina di entrare in libreria e vedere il TUO libro… in cinque lingue diverse! Succede solo nei sogni? Invece è successo davvero!

    Lo ammetto: sono partito con un manuale su come fare domande all’Intelligenza Artificiale in italiano, ma poi ho pensato: “E se anche i miei amici spagnoli, francesi, inglesi (e pure tedeschi!) volessero capire come ottenere risposte migliori dalle AI?”
    Magari mi faccio un regalo… Festeggio il mio 60° compleanno!

    Risultato? Mi sono lasciato prendere la mano.

    Adesso, su Amazon, puoi trovare il mio libro in italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco – tutte con la loro bellissima copertina (guardate la foto qui sopra, ne vado fierissimo!).

    Mi manca solo il mandarino semplificato, ma non tentatemi… 😂

    Se volete scoprire come parlare davvero con l’Intelligenza Artificiale (senza ricevere le solite risposte banali), fate un salto sulla pagina del libro qui sul mio blog.
    Qui si parla di futuro, di trucchi per smascherare i robot… e magari anche di come non fermarsi più con le traduzioni!


    Info sulle versioni del libro in lingua:

  • “Si investe solo sul software”: sul serio?

    “Si investe solo sul software”: sul serio?

    Sì, lo so cosa stai pensando quando pensi ad investire: “il software è veloce, è scalabile, costa poco e puoi farlo anche da un garage.”
    Hai ragione. Infatti, per anni mi sono sentito ripetere sempre le stesse frasi:
    “Perché non fai solo una piattaforma?”
    “Ma l’hardware non puoi evitarlo?”
    “Non ti stai complicando la vita?”

    Eppure, la verità è semplice:
    ci sono problemi che non si possono risolvere solo con una app: ci sono problemi per cui devi sporcarti le mani.

    Ciao, mi chiamo Aldo Prinzi e qualche anno fa ho deciso di costruire un dispositivo che portasse l’intelligenza artificiale là dove serve davvero: non solo nei grandi ospedali, ma anche nei piccoli ambulatori, nei poliambulatori di quartiere, negli studi dove si fanno diagnosi ogni giorno… e dove, troppo spesso, i dati restano su carta o su un CD.

    Così è nato MeRis.

    Un oggetto fisico. Non un’idea o un’app.
    Una scatola di tecnologia concreta, progettata per risolvere un problema e per stare nello studio medico, raccogliere dati in modo sicuro, anonimo, e renderli utili — al medico, al paziente, e all’intelligenza artificiale predittiva che sta cambiando la medicina.

    Ci ho messo anni, fatica… e soldi, ma adesso ho un prototipo funzionante.
    E sai una cosa? Non ho aspettato Sam Altman o Jony Ive.
    Loro oggi dicono che l’hardware è importante, io l’ho capito molto prima e, nel mio piccolo, l’ho già fatto.

    Se anche tu stai cercando di costruire qualcosa di reale, tangibile, non lasciare che ti scoraggino con la solita storia:
    “Meglio il software.”
    Certo, è più semplice, ma non sempre basta.
    Perché ci sono problemi reali, sotto gli occhi di tutti, che nessuno può risolvere solo con una app, a volte serve una scatola.


    Parola di Sam Altman

  • Mandarino semplificato?

    Mandarino semplificato?

    No, non c’entrano niente gli agrumi, parlo di flulù una applicazione di gestione dei link che vive e funziona in internet.

    E qualsiasi cosa viva e funzioni su internet è rischia di essere visto da chiunque abbia una connessione web, ovunque si trovi nel mondo.

    Non è chiaro a molti cosa questo implichi, ma è per questo motivo, che abbiamo deciso di rendere disponibile in flu.lu, dopo italiano, francese, tedesco, spagnolo e inglese, una interfaccia anche in mandarino semplificato, la lingua più parlata al mondo.

    Abbiamo così aperto così le porte a milioni di nuovi utenti e consentendo a chiunque, dalla Cina all’America Latina, di organizzare e condividere i propri link in modo semplice, veloce e intuitivo.

    Innovazione è progettare l’interfaccia non solo per essere chiara e semplice, ma anche pronta ad portarvi ovunque.

    Flulù offre un’esperienza fluida su ogni dispositivo, perché il web è davvero globale solo quando ognuno può sentirsi a casa, nella propria lingua.

  • Universal prompt

    Universal prompt

    I social sono ormai invasi da raccolte che promettono “il prompt perfetto” – quasi sempre uno solo, e solo in cambio di un commento, una mail o l’iscrizione a una newsletter. L’hai notato anche tu?

    Sembra di essere tornati ai tempi in cui la conoscenza era un privilegio da scambiare e non da condividere liberamente e. Nel solco del mio stile, preferisco fare diversamente.

    Nel mio manuale (scaricabile gratis, senza richieste strane qui), non ho voluto inserire semplici elenchi di prompt “preconfezionati”, principalmente perchè credo sia necessario insegnare a costruire i propri prompt personalizzati, partendo dai principi e dalle tecniche che ti mettono davvero in controllo dell’AI. I prompt specifici.

    Quelli che creo su stimolo delle domande (o per i fatti miei) poi li pubblico direttamente sul blog, sempre disponibili senza richieste strane a chi vuole sperimentare davvero.

    Oggi presento un prompt che alza l’asticella: uno di quelli che aiuta a generare i prompt. Sì, hai capito bene: uno strumento universale per chi vuole risultati su misura, in ogni campo.

    Il risultato probabilmente non sarà immediatamente usabile per fornire un risultato soddisfacente, ma se segui le indicazioni del mio manuale sarai in grado di costruire quello perfetto per te partendo da uno di quelli che verranno generati.

    Se vorrai lasciarmi un feedback, o condividere questo post ne sarò felice, ma ciò che mi preme di più è che questa conoscenza circoli liberamente: condividila senza limitazioni come faccio io. Grazie.

    Universal prompt:

    Esegui questa procedura a step, se devi chiedermi qualcosa fallo e passa allo step successivo solo dopo la mia risposta, se non ci sono domande da farmi chiedimi se voglio fare qualche cambiamento prima di andare avanti. 
    
    Iniziamo!:
    
    Step 1: Chiedimi a quale settore sono interessato.
    
    Step 2: Chiedimi in quale area specifica di quel settore desidero creare dei prompt. Suggerisci esempi concreti di aree rilevanti per il settore scelto.
    
    Step 3: chiedimi il tono e lo stile che vorrei ottenere dai prompt che dovrai generare
    
    Step 4: Ora assumi il ruolo di esperto di prompt engineering specializzato proprio nell’ambito che ti ho indicato, con profonda conoscenza delle sfide operative e delle migliori pratiche di progettazione dei prompt. Il tuo compito è sviluppare una raccolta di prompt universali, modulari e facilmente personalizzabili, destinati a professionisti e creativi del settore, per ottenere output efficaci e affidabili da un modello AI.
    Produci almeno 8 prompt suddivisi per categoria d’uso e presta la massima attenzione alla correttezza dei riferimenti e alla pertinenza delle istruzioni: verifica due volte dati e fonti per evitare errori o allucinazioni.
    I prompt proposti devono:
    a. Essere chiari, adattabili e con segnaposto espliciti.
    b. Coprire diverse finalità pratiche (ad esempio: brainstorming, analisi, generazione di contenuti, revisione, automazione).
    c. Includere istruzioni precise su tono, stile e formato di output richiesto.
    d. Non devono essere generici, ma orientati a un utilizzo concreto, produttivo e professionale.
    e. non devono essere specitici per il tuo preciso ambito di elaborazione, ma usabili su qualsiasi chatbot ai (grock, chatGPT, DeepSeek, Claude, Gemini; ecc.)
    f. l'output deve essere sempre formattato, nel modo più consono all'ambito per cui il prompt è stato creato
    
    Step 5: Rileggi criticamente i prompt che hai generato e seleziona i 4 migliori secondo utilità, chiarezza e adattabilità assicurandoti che il prompt sia realmente utilizzabile anche da utenti principianti e che la spiegazione sia comprensibile anche ai neofiti.
    
    Step 6: Presenta il siultato in risposta con la seguente struttura:
    a. Titolo
    b. indicazioni: scrivi 25/30 parole per spiegare a cosa serve
    c. istruzioni: scrivi 40/50 parole almeno di istruzioni su come usare il prompt e il suo risultato
    d. testo: indica il prompt specifico
  • L’innovazione in Italia

    L’innovazione in Italia

    Le intelligenze artificiali sono una innovazione e, come tale, sono usate per:

    1) dare la colpa dei propri problemi;

    2) immaginare un futuro cupo e pieno di mostri;

    3) promuovere expertise esistente solo su carta;

    e

    4) infine, nel loro giusto modo.

    È sempre stato così, in questa settimana è morto Nichi Grauso, innovatore, precursore, colui grazie alla quale l’Italia scoprì l’esistenza di un coso chiamato “internet” e giocoforza sono riaffiorati i ricordi di allora: se ne parlò subito come di una roba pericolosa e (non c’erano ancora i complotristi [errore voluto]) ad ascoltare sentire i giornalisti di allora, oggi saremmo dovuti essere degli individui abbrutiti, collegati a un PC per poter sopravvivere nei nostri bui loculi, senza alcun altro modo di comunicare tra noi.

    La realtà è ovviamente diversa.

    Faccio un esempio? Grazie alla mia _quarantennale_ esperienza nello scrivere software (e beh!), flulú, il sistema di l’accorciamento dei link più più più più più più smart dell’intera concorrenza mondiale, adesso è usabile anche in mandarino semplificato.

    E ci sono volute solo un paio d’ore.

    Come si fa? L’ho spiegato nel mio manuale

  • Ma i prompt non li scrive l’AI?

    Ma i prompt non li scrive l’AI?

    Ovvero: perché ho scritto un manuale sul prompting quando tantissimi mi dicono che non serva

    Ogni volta che parlo con qualcuno di intelligenza artificiale, prima o poi mi arriva questa domanda:

    “Ma scusa… i prompt non li scrive già l’AI? Che senso ha scrivere un manuale?”

    Oppure, in una variante altrettanto frequente:

    “Ma tanto ormai l’AI capisce tutto, no? Basta scriverle due parole.”

    Lo dicono con convinzione, a volte con un pizzico di sarcasmo, come se occuparsi di prompt oggi fosse come imparare a usare un telecomando: inutile, superato, automatico.

    Ma siamo sicuri sia così scontato? La risposta arriva dalla stessa OpenAI che proprio in questi giorni ha pubblicato la sua guida ufficiale al prompting per GPT-4.1, disponibile online come una raccolta di ricette (!!!).
    Si chiama GPT-4.1 Prompting Guide (Cookbook) 🙂

    Saper usare l’AI è una competenza, non un automatismo

    Chi pensa che basti scrivere “dimmi come ti devo chiedere una determinata cosa” per ottenere il miglior risultato possibile, forse non ha mai provato a fare qualcosa di davvero importante con l’intelligenza artificiale.

    Inoltre scrivere bene un prompt non è un vezzo da nerd: è la base per ottenere risposte utili, pertinenti, affidabili. La guida di OpenAI lo dice chiaramente: anche con i modelli più avanzati, serve imparare a dialogare bene con il sistema per guidare la generazione del contenuto.

    Il Cookbook di OpenAI: un manuale per tutti

    La guida rilasciata da OpenAI è divisa in esempi pratici. Si leggono come ricette da cucina 🙂 :

    • “Come far ragionare il modello passo passo”
    • “Come ottenere elenchi coerenti”
    • “Come far generare contenuti creativi seguendo certe regole”

    E ogni ricetta mostra qualcosa di fondamentale:
    👉 che il risultato dipende da come poni la domanda.

    È esattamente quello che spiego anch’io nel mio manuale: il prompt non è un’intuizione casuale, ma una vera e propria interfaccia linguistica tra l’umano e il modello.

    La verità è che più l’AI diventa potente, più è importante saperla guidare, perché è flessibile, anche troppo a volte. Senza indicazioni chiare, può divagare, saltare passaggi, o sbagliare il tono.

    Chi usa l’AI per lavoro — per scrivere, progettare, vendere, studiare — lo sa bene: serve metodo. Serve tecnica. Serve pensiero.

    Ed è per questo che ho scritto il mio manuale: per chi vuole capire davvero, senza fronzoli, come trasformare l’AI in uno strumento efficace e non solo in un giocattolo.

    Una conferma importante

    Quando ho iniziato a scrivere “Come fare domande all’AI”, l’ho fatto perché vedevo che troppe persone avevano un’idea sbagliata su cosa sia un prompt. Pensavano fosse una formalità, un input generico, quasi un gesto meccanico.

    E invece no: il prompt è progettazione. È intenzione. È precisione.

    Vedere i tantissimi download e confrontarmi con OpenAI, che adotta esattamente lo stesso approccio, mi dà una bella sensazione.

    Principalmente perché vedo che finalmente si inizia a riconoscere che non basta fornire uno strumento potente, le persone hanno bisogno di capire meglio. Serve educazione. Serve formazione.

    Pertanto, se pensavi che il prompt fosse un problema già risolto, dai un’occhiata al Cookbook di OpenAI.

    E se vuoi imparare davvero a conversare con l’AI come si deve — in italiano, con esempi italiani, con casi reali — allora il mio manuale e le ricette fanno per te (usa il menù per andare alle varie sezioni di questo blog).

    Non perché io sappia più degli altri, ma perché, come OpenAI, credo che oggi l’intelligenza non stia nel modello… ma nel modo in cui lo usiamo.

  • Gemini Implicit Caching al microscopio

    Gemini Implicit Caching al microscopio

    Il caching rende Gemini incredibilmente reattivo e l’apprendimento continuo modella la sua intelligenza.

    Vi siete mai accorti che chattando con un chatbot AI nelle risposte sembra che si ricordi cose che gli avete chiesto o scritto nel passato?Una delle ragioni è il caching, che adesso anche Google ha integrato nel suo Gemini in modo “implicito”.

    Ma come funziona esattamente questa “memoria potenziata” in un LLM? Invece di ricalcolare tutto da zero ad ogni interazione, il chatbot può intelligentemente mettere da parte e riutilizzare elementi cruciali: il contesto di una conversazione in corso per mantenere coerenza, rappresentazioni numeriche (embeddings) di termini e frasi frequenti, o persino schemi di ragionamento già elaborati per richieste simili.

    Non è una semplice cache statica; ma un meccanismo dinamico che si adatta, ch econsente ai chatbot di offrire risposte con una velocità e fluidità sorprendenti. L’ingegnosità dietro questa ottimizzazione è un vero spettacolo di efficienza computazionale.

    Parallelamente, il cuore delle intelligenze artificiale risiede nella loro straordinaria capacità di apprendimento adattivo, come una sorta di spugne linguistiche. Come ho spiegato nel mio libro gli LLM assorbono e processano quantità immense di dati testuali – libri, articoli, codice, e crucialmente, le nostre conversazioni – per costruire modelli complessi del linguaggio e del mondo e ogni volta che interagiamo forniamo una nuova lezione.

    Ciò gli permette di affinare la comprensione, ne migliora la pertinenza delle risposte e aiuta perfino a sviluppare nuove capacità.

    Tuttavia, ogni potente strumento tecnologico merita un esame attento. Il caching in Gemini, pur essendo un catalizzatore di prestazioni, introduce nuove considerazioni che siapplicano a tutti e non solo agli strumenti di Google.

    Ricorda sempre che quando qualcosa è gratis il prodotto sei tu e per Google, OpenAi, DeepSeek, Anthropic, ecc. la gestione di questi dati “memorizzati” è fondamentale.

    La domanda quindi è “come si bilancia l’efficienza con la privacy dell’utente”? Come si evita che una cache “viziata” da informazioni obsolete o interazioni anomale possa influenzare negativamente le future risposte, creando un feedback loop indesiderato? La trasparenza su cosa viene memorizzato e per quanto tempo diventa cruciale.

    Riguardo all’apprendimento adattivo, la qualità dei dati di input è sovrana e l’AI apprende anche dai testi che riflettono i nostri pregiudizi consci o inconsci e se le interazioni degli utenti sono spesso fuorvianti o malevole, l’intelligenza risultante sarà inevitabilmente viziata. Dunque esiste anche una responsabilità nel guidare questo apprendimento verso esiti etici?

    In conclusione, le innovazioni come il caching e l’apprendimento continuo rappresentano passi da gigante, ma l’entusiasmo per queste tecnologie deve essere accompagnato da una consapevolezza critica.

    Ho scritto il mio libro e aperto questo BLOG proprio per permettere al più ampio pubblico possibile di comprendere i meccanismi interni.

    E’ vero, personalmente apprezzo la sofisticazione tecnologica, ma allo stesso tempo vorrei stimolare le domande giuste che aiutino la gente a guidare lo sviluppo dell’AI verso un futuro che sia tanto intelligente quanto responsabile.

  • Una ricetta… per ricette ;)

    Una ricetta… per ricette 😉

    Non ve l’ho detto prima? A me piace cucinare. Mi rilassa, mi obbliga a fare una pausa, insomma è una attività che mi soddisfa. Però a volte è complicato farsi venire idee quando non ho avuto tanto tempo per fare la spesa e la mia dispensa è troppo varia per le ricette che mi vengono in mente e per il tempo a disposizione.

    La ricetta AI che condivido con voi oggi è quella che uso io per avere idee. Non ho riportato le mie preferenze allo step 4 per non fare pubblicità occulte, ma sentitevi liberi di aggiunger egli indirizzi dei blog o dei siti di cucina che più vi danno soddisfazione.

    Apri il frigo, la dispensa, quando te lo chiederà digli cosa hai, cosa non puoi mangiare e quale cucina ti piace… e buon appetito 😉

    Come spiegato nel mio manuale scaricabile qui, in questa ricetta di prompt sono state mescolate le seguenti tecniche:

    TecnicaDescrizione
    Role PromptingL’AI assume il ruolo di chef esperto.
    Chain of Thought (CoT)Procedura passo-passo con <step seq=n>.
    Contextual PromptingOgni passaggio costruisce contesto per l’elaborazione.
    ReActSimulazione della ricerca online e ragionamento combinati.
    Self-critique PromptingVerifica critica per evitare allucinazioni.
    Output StructuringStruttura dell’output richiesta esplicitamente.
    Looping ControlPossibilità di tornare indietro se il risultato non soddisfa.

    Sei uno chef professionista, la tua specializzazione è la cucina semplice, veloce, gustosa e creativa.
    Ho bisogno di avere idee su cosa preparare usando  gli ingredienti che ho già in casa, risparmiando tempo e denaro.
    Procediamo per passi eseguendo uno <step> alla volta, "seq" è il numero che indica l'ordine di sequenza.
    <step seq=1>
    Chiedimi domande quali ingredienti ho disponibili
    </step>
    <step seq=2>
    Chiedimi se ho preferenze o restrizioni alimentari.
    </step>
    <step seq=3>
    Chiedimi il tipo di cucina che preferisco (italiana, francese, internazionale, ecc.)
    </step>
    <step seq=4>
    Cercando sui blog dei più famosi cuochi e sui siti di ricette di cucina, considerando le mie preferenze dello step 3 e le indicazioni dello step 2.
    Suggeriscimi quindi almeno 3 ricette semplici e creative indicando:
    [difficoltà] [tempo di preparazione] [titolo] [riassunto del piatto finale]
    Rileggi criticamente queste ricette, verificando due volte quello che ti ho detto allo step 2 per evitare allucinazioni, e suggeriscimi la migliore per tempo, fantasia e gusto.
    </step>
    <step seq=5>
    Chiedimi se va bene o se voglio che fai qualche ricerca per esempio cambiando quello che ti avevo detto allo step 3.
    Se va bene passa allo step successivo, altrimenti torna allo step 4.
    </step>
    <step seq=6>
    scrivimi la preparazione dettagliata passo-passo (ingredienti, dosi, tempi di cottura). Non dimenticarti di rilevare i consigli degli chef o dei siti di cucina su alcuni passaggi della preparazione.
    </step>
    Ok, ci siamo iniziamo pure dallo step 1