Autore: Aldus

  • 2025: il 1994 dell’intelligenza artificiale

    2025: il 1994 dell’intelligenza artificiale

    Lo sai? Nel 1992 si poteva spedire una e-mail.

    Per farlo ci si appoggiava ad una struttura chiamata BBS (Bullettin Board System), internet in Italia non esisteva e il nodo BBS di Palermo era il mio computer.

    Un messaggio impiegava anche 24 ore per arrivare a destinazione e chi forniva il “servizio BBS” ne sosteneva tutti i costi, telefonici, elettrici, di manutenzione, senza alcun rimborso. Eppure, era già più veloce di una lettera, i postini ci chiamavano “pazzi furiosi” e iniziavano a temere per il loro futuro.

    Poi nel 1994 in Italia arrivò Internet. All’improvviso le e-mail arrivavano in pochi minuti grazie ad un abbonamento da 32 mila lire al mese (16 Euro) più i costi delle telefonate. I postini divennero sempre più nervosi e si aggiunsero i professori: la conoscenza cominciava a essere accessibile a tutti, senza bisogno di biblioteche o manuali universitari.

    Quindi arrivarono le email fake, le bufale sui gattini allevati dentro le bottiglie, i primi complottismi, il lato oscuro dell’informazione digitale prese subito forma, ma nello stesso tempo, arrivarono le applicazioni web, il marketing digitale, il commercio elettronico, cambiarono i modelli di business. Nacquero nuove professioni, interi mercati si spostarono online.

    La tecnologia continuò a correre: Blackberry ci regalò lo smartphone e Steve Jobs lo trasformò in un oggetto iconico con il display a cristalli liquidi multi-touch (grazie a Federico Faggin per averci raccontato cosa accadde davvero).

    Il resto è la storia che viviamo oggi. I postini? I professori? Sono ancora qui e si sono anche moltiplicati. La tecnologia non li ha cancellati: ha trasformato il loro lavoro, creando nuove opportunità.


    Qual è l’evoluzione prevedibile dell’AI?

    Oggi l’AI è, in gran parte, un sistema di chat.

    Facciamo una domanda e riceviamo una risposta, generata sulla base della probabilità statistica e dei dati su cui il modello è stato addestrato. È affascinante, ma ancora primitivo.

    Se confrontiamo il web del 1994 con il web del 2025, possiamo intuire come evolverà l’AI nei prossimi 10 anni:

    • Dinamismo e multimodalità – L’AI non sarà più solo testo, ma integrerà voce, immagini, video e sensori in tempo reale. Interagiremo con come con una persona, passando senza soluzione di continuità dal linguaggio naturale a gesti, suoni e contesti visivi.
    • Personalizzazione estrema – I modelli non saranno più “generici”, ma calibrati su di noi, sul nostro contesto e sulle nostre preferenze. Ognuno avrà un’AI “compagna di vita” che lo conosce e lo supporta nelle scelte quotidiane.
    • Integrazione invisibile – L’AI non vivrà più in una chat: sarà dentro i software, i servizi, i dispositivi quotidiani, proprio come oggi nessuno “usa HTML”, ma tutti usano applicazioni web costruite sopra.
    • Automazione autonoma – Non chiederemo solo “scrivi questo” o “spiegami quello”: delegheremo interi processi. L’AI potrà prenotare viaggi, gestire pratiche burocratiche, coordinare progetti.
    • Wearable AI – OpenAI e altri player stanno già lavorando a dispositivi indossabili che portano l’AI fuori dallo schermo. Occhiali, spille intelligenti, auricolari che ascoltano, vedono e rispondono in tempo reale, diventando un’estensione naturale della nostra memoria e delle nostre capacità.

    👉 In sintesi: se oggi l’AI è “l’HTML del 1994”, tra 10 anni sarà un ecosistema diffuso, multimodale e indossabile, non più solo una chat che risponde, ma un compagno digitale che ci affianca nella vita quotidiana.

  • Prompt perfetti, risposte fredde: cosa ci stiamo perdendo?

    Prompt perfetti, risposte fredde: cosa ci stiamo perdendo?

    Più studio e applico le regole del Prompt Engineering, più mi accorgo che stiamo commettendo un errore di fondo…

    …e lo dico andando contro le mie credenze, contro la mia mentalità schematica e tecnica.

    L’altro giorno, alla ricerca del perfetto prompt impeccabile avevo dedicato più di un’ora per perfezionarne ogni parte: avevo seguito tutte le “regole” che ho inserito nel mio manuale, definendo il contesto, specificando l’obiettivo, fornendo esempi e invitando il modello a fare un ragionamento passo passo.
    La risposta era impeccabile. Ma anche fredda, meccanica, senz’anima. Come un manuale di istruzioni.

    Ma rileggendola l’ho trovata fredda e meccanica, come la pagina di un manuale d’istruzioni.

    In quel momento, guardando quella risposta senz’anima ho intuito una cosa fondamentale: stiamo affrontando la questione del prompting probabilmente al contrario.

    Il vero problema non è come parliamo all’IA

    Tutti corrono a diventare esperti di prompt: corsi, guide, framework. Un esercizio enorme di energie per imparare a parlare ‘computerese’. Ma è davvero questo il punto?

    Ho parlato con diverse persone – creativi, professionisti, studenti – che provano una frustrazione enorme con l’IA. Mi dicono: “Voglio che questo testo suoni competente ma anche empatico” oppure “Deve trasmettere fiducia, senza però sembrare una televendita”.

    Tutti ovviamente usiamo una tecnica che chiamiamo “prompting” per comunicare con l’AI… ma se ci pensi quando mai “il prompting” è stato il nostro modo di comunicare?

    Non credo che Anthropic, Google, openAI, xAi, ecc. abbiano mai avuto come obiettivo quello di insegnare alle macchine a capire i nostri ordini. Quella cosa esiste già e si chiama “programmazione”.

    Credo che l’AI sia stata pensata per realizzare macchine che siano in grado di capirci e le nostre emozioni, le nostre esitazioni, le nostre intuizioni.

    Con un amico non usi un manuale, se lo vedi confuso, semplifichi e rassicuri, se è carico, ti lasci trascinare. Non stai strutturando un prompt: ascolti, percepisci, ti adatti

    Un umano capisce al volo le sfumature, per l’IA invece dobbiamo scomporre quell’intuizione in una serie di istruzioni, e quando lo facciamo impegniamo del tempo alla ricerca della perfezione. Dopo un po’ di tempo il nostro cervello si annoia e ci arrendiamo all’ultima “buona risposta”… Ma il testo generato perde tutta la magia.

    Il vero salto di qualità? Riuscire a dare l’idea di quale sia la nostra intenzione indicando anche lo stato d’animo.

    Come? Smettendo di tradurre noi stessi

    La tecnologia per far diventare più umana la risposta del prompt esiste? Si, i modelli più avanzati sono in grado di analizzare il tono, la scelta delle parole e persino il ritmo di una richiesta per dedurre il contesto emotivo. Il problema è che, finora, abbiamo trattato questo contesto come “rumore di fondo”, un disturbo da eliminare per arrivare al comando “puro”.

    Quel ‘rumore’, in realtà, è il segnale più importante.

    Una richiesta che inizia con:

    “Ok, sono nel caos più totale e non so da dove iniziare con questo progetto…”

    Attiva una risposta completamente diversa rispetto a:

    “Ho un’idea pazzesca per questo progetto e voglio esplorare tutte le strade possibili!”

    L’obiettivo è lo stesso, ma l’energia è opposta, sicché anche l’aiuto fornito deve essere diverso: da chiarezza e struttura a creatività e brainstorming.

    Questo è il futuro: l’intenzione che vince sull’istruzione.

    Provalo adesso!

    Apri il tuo chatbot preferito e non pensare al prompt perfetto, fai un respiro e scrivi, di getto, spiega a cosa stai lavorando e, soprattutto, come ti senti al riguardo.

    Parla come faresti con un collega di cui ti fidi e includi il tuo stato d’animo nella richiesta:

    • “Mi sento creativo ma ho le idee ancora confuse.”
    • “Sono molto concentrato ma ho pochissimo tempo, quindi vado dritto al punto.”
    • “Sono bloccato su questa cosa e mi servirebbe una prospettiva completamente diversa.”

    E magicamente la qualità delle risposte cambierà perché avrai fornito un’informazione cruciale: non solo cosa ti serve, ma come ti serve.

    Quando ho scritto il manuale l’ho fatto per farti smettere di sprecare energie per “ricordare come programmare” l’IA. Applica le tecniche, sono ancora perfettamente funzionati e utili, ma inizia anche a spiegare come ti serve la risposta. In questo modo l’energia, il tuo pensiero, la tua creatività entrano nell’interazione trasformandola in una vera collaborazione.

  • Le Innovazioni dell’AI: GPT-5, Grok4 e il salto quantico di Claude

    Le Innovazioni dell’AI: GPT-5, Grok4 e il salto quantico di Claude

    E’ agosto e mentre noi ci prendiamo le ferie il mondo dell’intelligenza artificiale sta vivendo un momento di accelerazione straordinaria.

    Qui vi parlo del lancio delle innovazioni da parte dei principali attori del settore: OpenAI, xAI e Anthropic, l’ultimo dei quali fa il vero salto quantico. Vedremo anche le risposte di Google e DeepSeek. Ogni azienda ha scelto una strategia diversa, ma tutte spinte dalla concorrenza a dare di più.

    OpenAI e GPT-5: Quando la Trasparenza Diventa Spettacolo

    OpenAI ha rilasciato GPT-5 il 7 agosto 2025, rendendolo accessibile fin da subito come opzione predefinita per tutti gli utenti, anche quelli che usufruiscono del servizio gratuitamente.

    GPT-5 integra un sistema che decide in autonomia se fornire una risposta rapida o se “prendersi del tempo per pensare”, scegliendo l’approccio migliore per ogni richiesta senza che l’utente debba modificare alcuna impostazione.

    Questa funzionalità trasforma quello che era un processo noioso in una vera e propria esperienza visiva.

    Il ‘giochino di animazione’ di GPT-5 mostra all’utente esattamente come arriva alle sue conclusioni, rappresentando un perfetto esempio di gamification applicata all’AI: l’intrattenimento visivo compensa i tempi più lunghi necessari per il ragionamento.

    Caratteristiche chiave di GPT-5:

    • Ragionamento trasparente: mostra il processo di pensiero in tempo reale;
    • Riduzione delle allucinazioni: circa dell’80% inferiore di errori fattuali rispetto a o3;
    • Accessibilità totale: disponibile gratuitamente per tutti gli utenti.

    Grok4: La Sfida di Elon Musk

    xAI ha lanciato Grok 4 il 10 luglio 2025, e Musk lo ha presentato nel suo inconfondibile stile di affermazioni audaci: “l’intelligenza artificiale più intelligente al mondo”.

    Le principali innovazioni di Grok4:

    Sistema Multi-Agente con Grok 4 Heavy

    E’ un approccio collaborativo e rappresenta una novità assoluta nel settore, perché permette a diversi “cervelli artificiali” di lavorare insieme su problemi complessi. In Italia, SuperGrok Heavy costa 349€ al mese, il prezzo più elevato tra le soluzioni IA consumer ad oggi.

    Prestazioni da Record

    Ovviamente i risultati sui benchmark sono impressionanti:

    • Humanity’s Last Exam: outperforming Google’s Gemini 2.5 Pro and OpenAI’s o3 (high)
    • ARC-AGI-2: il risultato di 16.2% è quasi il doppio del migliore modello commerciale di AI

    Produzione di Immagini

    Anche Grok 4, come SORA o VEO è in grado di produrre immagini e video, questi ultimi però solo attraverso abbonamenti premium.

    Anthropic e Claude: Il Vero Salto Quantico

    Ma il vero “salto quantico” lo fa Anthropic. Claude che ora ha la capacità di ritrovare e referenziare le chat precedenti risolve quello che era il limite più frustrante di tutti i chatbot AI: la perdita di memoria conversazionale.

    Fine del Limite Fisico!

    Tradizionalmente, ogni conversazione con un AI ha un limite massimo di token (parole) che può processare e che, una volta raggiunto, richiede di ricominciare da capo perché il modello “dimentica” l’inizio della conversazione.

    Beh, adesso Claude non ha più questo problema perché può accedere a tutta la storia delle conversazioni passate:

    • Ricordare progetti sviluppati in conversazioni precedenti
    • Mantenere il contesto di discussioni complesse sviluppate in sessioni multiple
    • Continuare analisi iniziate settimane o mesi prima
    • Costruire una vera “memoria di lavoro” a lungo termine

    Questa funzionalità trasforma Claude in un vero assistente personale, in grado di mantenere il filo del discorso e l’evoluzione del pensiero dell’utente nel tempo.

    A) Quando aprite Claude vi viene chiesto se lo volete autorizzare a leggere le vecchie/altre conversazioni.

    B) Questo è il mio segreto per evitare le “allucinazioni” del modello (come per GPT-5 rispetto GPT-o3 😎).

    Google/Gemini

    Google è rimasta a guardare? Le risposte significative presentate al Google I/O 2025 e implementate durante l’estate si concentrano su tre pilastri: sistemi multi-agente, capacità agentiche e integrazione profonda nell’ecosistema Google.

    Gemini 2.5 Deep Think: Il Sistema Multi-Agente

    Il 1° agosto 2025, Google ha rilasciato Gemini 2.5 Deep Think, il suo primo sistema multi-agente che, come xAi-Grok4-Heavy genera multipli agenti AI per affrontare una domanda in parallelo, un processo che utilizza significativamente più risorse computazionali di un singolo agente, ma tende a produrre risposte migliori.

    La caratteristica più interessante di Deep Think è che è capace di produrre “risposte molto più lunghe” rispetto agli altri prodotti di AI in commercio.

    Infine una nota importante per chi fa commercio elettronico, viene introdotto lo Shopping agentico: funzionalità di checkout automatico che effettua acquisti quando il prezzo è giusto

    E DeepSeek?

    Nel 2025 è emerso un protagonista inaspettato che ha scosso le fondamenta dell’industria AI: DeepSeek, un laboratorio di ricerca cinese che ha dimostrato come l’innovazione possa nascere da limitazioni apparenti.

    Il modello è 100% gratuito in chat e poco costoso via API, si distingue per diverse caratteristiche innovative. Al momento in cui scrivo questo articolo non ci sono speciali annunci o rilasci in risposta alle mosse dei “concorrenti”.

  • Silver Startupper: Quando l’esperienza fa davvero la differenza (anche nell’AI)

    Silver Startupper: Quando l’esperienza fa davvero la differenza (anche nell’AI)

    Siamo abituati a immaginare gli startupper come giovani ventenni, entusiasti e privi di timori, ma oggi dati e realtà ci dicono qualcosa di diverso: l’età media dei fondatori di startup di successo si aggira sui 45 anni.

    Per anni, il messaggio diffuso è stato chiaro: “l’innovazione appartiene ai giovani”. Ma basta guardarsi intorno per capire che la narrativa sta cambiando. Herbert Boyer fondò Genentech, poi valutata 47 miliardi di dollari, quando aveva 40 anni; David Duffield avviò Workday a 64 anni, creando un colosso oggi valutato oltre 43 miliardi. Persino nel settore dell’intelligenza artificiale si inizia a comprendere che l’esperienza non è un ostacolo, bensì un vantaggio competitivo.

    I fondatori senior portano al tavolo qualcosa di unico: l’esperienza accumulata negli anni, una profonda conoscenza del mercato e, soprattutto, una gestione matura del fallimento. Dopo aver già sperimentato le insidie del mercato e vissuto sulla propria pelle almeno un insuccesso, chi supera una certa età affronta le nuove sfide con una consapevolezza diversa. Sa cosa evitare, quali rischi correre e soprattutto come affrontare i momenti difficili.

    Questa maturità si riflette direttamente anche nella gestione finanziaria: gli imprenditori senior hanno esperienza, sono più cauti con i capitali e dispongono di reti di contatti consolidate, aspetti cruciali per una startup che vuole crescere rapidamente.

    Eppure, nonostante questi vantaggi evidenti, in Italia persiste una sorta di discriminazione anagrafica. Le istituzioni puntano quasi esclusivamente sui giovani under 40 e sulle donne, ignorando completamente l’enorme potenziale dell’esperienza che possono apportare gli imprenditori maturi. Oggi, infatti, non esiste praticamente nessun incentivo pubblico italiano specificamente rivolto agli imprenditori che superano i 55 anni, mentre per donne e giovani sotto i 35 anni sono stati stanziati centinaia di milioni di euro tramite il PNRR.

    Personalmente, ho sperimentato quanto possa essere frustrante cercare risorse per avviare progetti innovativi nel nostro paese in generale e specialmente superati certi limiti di età, tuttavia, questa esperienza mi ha spinto ancora di più verso l’innovazione, portandomi a creare u-prompt, una piattaforma destinata a democratizzare l’accesso corretto e professionale all’intelligenza artificiale, la prima del suo genere in Italia e probabilmente in Europa.

    u-prompt ha già un chatbot multicanale che fa risparmiare almeno 40€ al mese ai professionisti, ma presenterà un agente-chatbot innovativo capace di replicare tutte le funzionalità avanzate dei principali strumenti AI presenti oggi sul mercato, ad una frazione del costo attuale. Questo consentirà ai professionisti del settore di risparmiare da un minimo di 100€ fino a 800€ al mese, mentre gli appassionati e gli hobbisti potranno finalmente accedere a tecnologie AI finora economicamente fuori dalla loro portata.

    L’MVP di questo agente-chatbot è già disponibile per chi vorrebbe investire nella start-up.

    Un tasso di successo del 70%
    Tra gli oltre 1,5 milioni di imprenditori nel mondo, quelli sopra i 50 anni hanno maggiori probabilità di avere successo rispetto alle controparti più giovani. Oggi negli Stati Uniti un’impresa su tre è avviata da qualcuno di 50 o più anni. Ma c’è di più. Se solo il 28% delle start up create dai giovani durano più di tre anni, per quelle accese da over 60 il tasso di successo è del 70 per cento. È quanto mette nero su bianco il rapporto “The Longevity Economy” realizzato dall’Aarp and Oxford Economics. «Poter fisicamente e psicologicamente lavorare significa anzitutto riconoscere il proprio contributo alla società di cui si è parte, poter produrre reddito, non gravare sulle pensioni e quindi sui giovani per dover finanziare i più vecchi. Significa anche avere capacità di spesa, permettere all’economia di rimanere in un ciclo attivo», precisa Palmarini, che prospetta un futuro ancora più determinato dalla generazione silver.

    Come correttamente riportato nell’articolo su Sole24Ore e non mi sento affatto escluso dalla corsa all’innovazione per via della mia età, al contrario, sono convinto che proprio l’esperienza maturata negli anni possa fare la differenza nella capacità di leggere il mercato, anticipare i bisogni degli utenti e costruire soluzioni realmente efficaci.

    u-prompt è il risultato di questa convinzione, un progetto che mostra chiaramente come il valore dell’esperienza, del fallimento e della resilienza possa tradursi in innovazioni concrete e di successo, sfidando ogni pregiudizio anagrafico.

  • l’AI ucciderà Google?

    l’AI ucciderà Google?

    L’algoritmo con cui funziona il motore di ricerca di Google può tranquillamente sopravvivere all’AI, pertanto sono sempre stato scettico sulla longevità dell’algoritmo del motore di ricerca… ma:

    pare che il modo in cui cerchiamo informazioni online sta cambiando.

    Una recente analisi ha mostrato che oltre il 50% delle ricerche su Google si conclude senza clic (che è la base di funzionamento di quell’algoritmo). Tra i motivi c’è il fatto che spesso gli utenti trovano risposte direttamente nella pagina dei risultati.

    Infine è significativo il rapido aumento degli utenti che si affidano direttamente all’intelligenza artificiale senza passare dal motore di ricerca.

    Mentre per gli utenti finali è tutto grasso che cola, per chi vive esclusivamente di traffico organico basato su Google è un problema. Se oltre il 40% del traffico del sito arriva ancora da Google, potrebbe succedere che venga eliminato direttamente dalle risposte sintetizzate delle AI.

    Scrivere per i modelli, non per i motori

    La soluzione potrebbe non essere più “ottimizzare per l’algoritmo di Google”, ma creare contenuti pensati per essere letti, compresi e utilizzati dalle intelligenze artificiali, ovvero diventare una fonte autorevole citata direttamente nelle risposte generate dagli LLM (Large Language Models).

    Google continuerà a servire per ricerche specifiche, come trovare siti ufficiali, documenti o pagine precise. Ma per sintesi, ragionamenti e analisi, l’intelligenza artificiale è già un passo avanti.

    Dunque quale sarà il futuro del controllo dei contenuti?

    Il classico file robots.txt, usato dai siti web per indicare ai motori di ricerca quali contenuti possono essere indicizzati, potrebbe presto evolversi in llms.txt. Questo nuovo file, proposto recentemente, è concepito per regolare l’accesso ai contenuti web da parte dei modelli linguistici come ChatGPT e Bard.

    llms.txt nasce proprio per rispondere a una domanda cruciale:

    come impedire (o favorire) l’utilizzo dei propri contenuti da parte delle intelligenze artificiali?

    Tuttavia, allo stato attuale è soltanto una proposta senza valore pratico immediato, poiché nessun grande player dell’AI ha ancora ufficialmente adottato questo standard.

    Cosa possono fare le aziende oggi?

    In attesa di sviluppi le aziende dovrebbero:

    • Continuare a usare robots.txt per gestire l’accesso dei bot AI noti, come GPTBot.
    • Valutare attentamente quali contenuti consentire o bloccare.
    • Monitorare regolarmente i log del server per tracciare l’attività dei bot delle AI.
    • Mantenere un’alta qualità e autorevolezza dei contenuti, perché le AI riescono a identificare le fonti più affidabili (e se i tuoi contenuti sono generati dall’AI).

    I miei 2c sull’approccio vincente: sarà quello flessibile e proattivo. In pratica prepararsi oggi per essere pronti domani, informarsi sempre e prepararsi a strumenti come llms.txt che potrebbero diventare essenziali a breve.


  • Creare, non seguire – Lezioni dal mio percorso imprenditoriale

    Creare, non seguire – Lezioni dal mio percorso imprenditoriale

    L’innovazione parte da dentro, non dalla moda del momento

    Spesso si pensa che fare impresa significhi inseguire trend o replicare quello che “va di moda”. Ma come sottolinea bene Alessandro Benetton, “Penso che inventare qualcosa di nuovo (non innovativo ma nuovo) sia veramente difficile”

    Da anni, quando penso o immagino ogni mio primo progetto, parto dalla consapevolezza non sta nell’agganciarmi alle tendenze mainstream, ma nel creare valore da zero: osservando bisogni reali, sperimentando strade mai battute, e restando fedele alla mia visione.

    Benetton lo ribadisce: imprenditore significa avere coraggio, indipendenza e discontinuità, dissentire e costruire percorsi non lineari e per me ha ragione.

    Il momento della mia svolta è arrivato quando ho deciso di non seguire gli altri, ma di provarci da solo, imparando strada facendo, anche sbagliando.

    Le cose più significative sono nate così: da una consapevolezza profonda, dall’ascolto di stimoli esterni, da una fusione tra audacia e metodo, con l’intento di risolvere un problema e trarne il massimo vantaggio per tutti, azienda e cliente:

    Teche Rai
    DocuBox
    Flussu
    Medigenium
    u-prompt

    Se sei un imprenditore o stai iniziando un progetto, il consiglio è semplice: non inseguire la moda, ma coltiva qualcosa di tuo. Coltiva la discontinuità, resta fedele alla tua visione, e costruisci valore.

    I veri risultati arrivano quando intrecci coraggio e metodo, anche se ti dicono che sei “troppo avanti”, come fanno con me, non cambiare, combatti le menti vecchie!

  • Aldo BOT

    Aldo BOT

    Aldo BOT: il tuo assistente digitale, sicuro e intelligente

    In un mondo sempre più connesso e digitale, avere un assistente virtuale in grado di semplificare il lavoro quotidiano è ormai indispensabile. Aldo BOT è proprio questo: un assistente digitale evoluto che sfrutta il potere dell’intelligenza artificiale per automatizzare e gestire molte delle tue attività quotidiane.

    Potenza dell’AI, sicurezza dei tuoi dati

    Aldo BOT è ovviamente alimentato dall’intelligenza artificiale, ma con una caratteristica fondamentale: i dati personali non entrano mai direttamente in contatto con l’AI. Tutte le informazioni sensibili sono infatti accuratamente isolate, gestite da processi separati e rigorosamente conformi al regolamento GDPR.

    Grazie a questa netta separazione, Aldo BOT può garantirti l’efficienza e la precisione nelle risposte insieme al rispetto assoluto della privacy e la massima sicurezza dei dati personali raccolti.

    Workflow open source: trasparenza e controllo

    Come fa? Utilizza FLUSSU, un workflow open source che permette di vedere separare AI da profilazione e di controllare come vengono trattate le informazioni, assicurando la massima trasparenza.

    Scegliere una soluzione open source significa poter verificare personalmente come le informazioni sono trattate e avere certezze che sia fatto nel modo più sicuro possibile.

    Scegli l’intelligenza artificiale che preferisci

    Aldo BOT offre la flessibilità di scegliere l’intelligenza artificiale da utilizzare in background tra le migliori disponibili sul mercato, come ChatGPT, Claude, DeepSeek, Gemini o Grok. In questo modo puoi adattare Aldo BOT alle specifiche esigenze della tua attività.

    Progettato per essere adattabile

    Aldo BOT è stato costruito con tecnologie specifiche (workflow FLUSSU e AI multiple tra le quali scegliere: ChatGPT, Claude, DeepSeek, Gemini e Grok) proprio per consentire una facile adattabilità e personalizzazione per qualsiasi esigenza lavorativa. Questo approccio ti permette di sfruttare immediatamente tutte le potenzialità dell’assistente senza dover affrontare i tre anni uomo necessari inizialmente per il suo sviluppo.

    Cosa può fare Aldo BOT per te?

    • Rispondere alle richieste dei clienti 24/7.
    • Organizzare appuntamenti e meeting.
    • Automatizzare attività ripetitive come invio di email e SMS.
    • Inoltrare documenti importanti in totale sicurezza.
    • Profilare utenti.
    • Compilare e fare sottoscrivere contratti
    • Eseguire pagamenti.

    Tutto ciò avviene con la semplicità di utilizzo che contraddistingue Aldo BOT: non dovrai preoccuparti della complessità tecnica, penserà lui a tutto.

    Un risultato frutto di anni di lavoro

    Per arrivare alla realizzazione di Aldo BOT, con l’integrazione del workflow FLUSSU, le diverse opzioni di intelligenza artificiale e la creazione di un’interfaccia utente intuitiva e sicura, sono stati necessari circa tre anni di lavoro uomo. Un impegno importante, volto a garantire un prodotto finale affidabile e performante.

    Il mio personale risultato, frutto di diversi anni di lavoro e innovazione

    Per arrivare alla realizzazione di Aldo BOT, con l’integrazione del workflow FLUSSU, le diverse opzioni di intelligenza artificiale e la creazione di un’interfaccia utente intuitiva e sicura, sono stati necessari circa tre anni di lavoro uomo. Un impegno importante, volto a garantire un prodotto finale affidabile e performante.

    Per saperne di più:

    Se desideri maggiori informazioni su Aldo BOT, puoi chiedere direttamente al chatbot presente qui sul nostro blog, è Aldo BOT adattato a questo sito. Puoi ovviamente chiedergli di fissare una call con noi per approfondire personalmente tutte le potenzialità di questo innovativo assistente digitale.

    Con Aldo BOT, l’intelligenza artificiale diventa un vero alleato quotidiano, senza compromessi sulla sicurezza e la riservatezza dei tuoi dati.

  • Il libro si sceglie dalla copertina? Anche un post.

    Il libro si sceglie dalla copertina? Anche un post.

    Ogni contenuto che produci racconta una storia, e ogni storia merita immagini in grado di renderla viva. Dal momento che ormai quasi tutte le piattaforme permettono di creare facilmente immagini e video, è arrivata l’ora di imparare davvero a sfruttare al massimo questa opportunità.

    Usare scene visive ben progettate che catturano l’attenzione e stimolano l’interesse del lettore è fondamentale per connettersi emotivamente con il tuo pubblico. Per questo motivo, sul mio blog aiuto sia chi è alle prime armi con l’AI, sia chi ha già esperienza, a padroneggiare questi strumenti con semplicità ed efficacia.

    Generare sequenze di immagini coerenti può apparire complesso, ma con lo script interattivo che ho sviluppato ti guiderò passo dopo passo nella creazione di uno storyboard coerente e coinvolgente. L’obiettivo è trasformare il tuo prossimo post in una storia illustrata, migliorando significativamente l’esperienza del lettore e potenziando il tuo messaggio.

    Lo script è progettato con la massima semplicità: basta copiarlo da qui e incollarlo nella chat di qualsiasi piattaforma AI (come ChatGPT, Claude, Gemini) per ottenere, guidato dall’intelligenza artificiale, esattamente le immagini giuste per raccontare al meglio la tua storia.

    Iniziamo a far parlare le immagini per te:

    Esegui questo script in modo interattivo con l'obiettivo di creare di una sequenza di immagini illustrate su misura per il seguente post:
    
    ---
    (Trascrivi QUI il testo del tuo post)
    ---
    
    [Prima Fase: Impostazione]
    
    Contesto:
    Chiedimi il contesto o ambientazione principale (es. ufficio moderno, casa accogliente, città futuristica, ambiente naturale, scuola, ecc.).
    
    Quando ti avrò risposto, chiedimi lo stile visivo che preferisco per tutta la sequenza (fumettistico, semi-realistico, minimalista, acquerello, pixel art, bianco e nero, ecc.).
    
    Quando ti avrò risposto, chiedimi il formato e l’inquadratura desiderata per le immagini (es. orizzontale, verticale, quadrato, inquadratura da vicino, da lontano, dall’alto, ecc.).
    
    Quando ti avrò risposto, chiedimi anche se ci sono elementi ricorrenti/personaggi che devono comparire in tutte le immagini (ad esempio una specifica persona, oggetti, animali, colori dominanti, ecc.).
    
    [Seconda fase: Suddivisione in scene/step]
    
    Aiutami a suddividere il concetto o la storia in una sequenza di scene o step, ciascuno da illustrare (es. “introduzione”, “problema”, “azione”, “risultato”, ecc.).
    
    Per ogni scena:
    
    Chiedimi una breve descrizione della situazione da rappresentare e se c’è una particolare emozione o atmosfera da trasmettere (calma, entusiasmo, tensione, ecc.).
    
    Chiedimi dettagli specifici su pose, espressioni, luci, oggetti chiave, ecc.
    
    [Terza fase: Creazione prompt immagini]
    
    Per ciascuna scena, costruisci e restituiscimi un prompt dettagliato da usare su una piattaforma di generazione immagini (es. DALL-E, Gemini, Midjourney, Stable Diffusion, ecc.), assicurandoti di mantenere stile, palette e personaggi coerenti.
    
    Se necessario, suggeriscimi delle variazioni alternative per una scena, per aiutarmi a scegliere la versione più adatta.
    
    [Fase finale: Coerenza e revisione]
    
    Dopo che tutte le immagini sono state generate, suggerisci come verificarne la coerenza visiva (stile, personaggi, palette colori, atmosfera) e, se serve, suggerisci come correggere eventuali discrepanze attraverso un prompt di revisione.
    
    [Fase opzionale finale: Feedback avanzato]
    
    Analizzare ulteriormente gli script per le immagini finali e suggeriscimi eventuali miglioramenti per massimizzarne l'impatto visivo, fornendomi prompt specifici per rifinire dettagli come illuminazione, colore, espressioni facciali e composizione della scena.
    
  • Mi sono lasciato prendere la mano

    Mi sono lasciato prendere la mano

    … e ora il mio libro parla quattro lingue, anzi cinque!

    Immagina di entrare in libreria e vedere il TUO libro… in cinque lingue diverse! Succede solo nei sogni? Invece è successo davvero!

    Lo ammetto: sono partito con un manuale su come fare domande all’Intelligenza Artificiale in italiano, ma poi ho pensato: “E se anche i miei amici spagnoli, francesi, inglesi (e pure tedeschi!) volessero capire come ottenere risposte migliori dalle AI?”
    Magari mi faccio un regalo… Festeggio il mio 60° compleanno!

    Risultato? Mi sono lasciato prendere la mano.

    Adesso, su Amazon, puoi trovare il mio libro in italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco – tutte con la loro bellissima copertina (guardate la foto qui sopra, ne vado fierissimo!).

    Mi manca solo il mandarino semplificato, ma non tentatemi… 😂

    Se volete scoprire come parlare davvero con l’Intelligenza Artificiale (senza ricevere le solite risposte banali), fate un salto sulla pagina del libro qui sul mio blog.
    Qui si parla di futuro, di trucchi per smascherare i robot… e magari anche di come non fermarsi più con le traduzioni!


    Info sulle versioni del libro in lingua:

  • “Si investe solo sul software”: sul serio?

    “Si investe solo sul software”: sul serio?

    Sì, lo so cosa stai pensando quando pensi ad investire: “il software è veloce, è scalabile, costa poco e puoi farlo anche da un garage.”
    Hai ragione. Infatti, per anni mi sono sentito ripetere sempre le stesse frasi:
    “Perché non fai solo una piattaforma?”
    “Ma l’hardware non puoi evitarlo?”
    “Non ti stai complicando la vita?”

    Eppure, la verità è semplice:
    ci sono problemi che non si possono risolvere solo con una app: ci sono problemi per cui devi sporcarti le mani.

    Ciao, mi chiamo Aldo Prinzi e qualche anno fa ho deciso di costruire un dispositivo che portasse l’intelligenza artificiale là dove serve davvero: non solo nei grandi ospedali, ma anche nei piccoli ambulatori, nei poliambulatori di quartiere, negli studi dove si fanno diagnosi ogni giorno… e dove, troppo spesso, i dati restano su carta o su un CD.

    Così è nato MeRis.

    Un oggetto fisico. Non un’idea o un’app.
    Una scatola di tecnologia concreta, progettata per risolvere un problema e per stare nello studio medico, raccogliere dati in modo sicuro, anonimo, e renderli utili — al medico, al paziente, e all’intelligenza artificiale predittiva che sta cambiando la medicina.

    Ci ho messo anni, fatica… e soldi, ma adesso ho un prototipo funzionante.
    E sai una cosa? Non ho aspettato Sam Altman o Jony Ive.
    Loro oggi dicono che l’hardware è importante, io l’ho capito molto prima e, nel mio piccolo, l’ho già fatto.

    Se anche tu stai cercando di costruire qualcosa di reale, tangibile, non lasciare che ti scoraggino con la solita storia:
    “Meglio il software.”
    Certo, è più semplice, ma non sempre basta.
    Perché ci sono problemi reali, sotto gli occhi di tutti, che nessuno può risolvere solo con una app, a volte serve una scatola.


    Parola di Sam Altman