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  • Le Innovazioni dell’AI: GPT-5, Grok4 e il salto quantico di Claude

    Le Innovazioni dell’AI: GPT-5, Grok4 e il salto quantico di Claude

    E’ agosto e mentre noi ci prendiamo le ferie il mondo dell’intelligenza artificiale sta vivendo un momento di accelerazione straordinaria.

    Qui vi parlo del lancio delle innovazioni da parte dei principali attori del settore: OpenAI, xAI e Anthropic, l’ultimo dei quali fa il vero salto quantico. Vedremo anche le risposte di Google e DeepSeek. Ogni azienda ha scelto una strategia diversa, ma tutte spinte dalla concorrenza a dare di più.

    OpenAI e GPT-5: Quando la Trasparenza Diventa Spettacolo

    OpenAI ha rilasciato GPT-5 il 7 agosto 2025, rendendolo accessibile fin da subito come opzione predefinita per tutti gli utenti, anche quelli che usufruiscono del servizio gratuitamente.

    GPT-5 integra un sistema che decide in autonomia se fornire una risposta rapida o se “prendersi del tempo per pensare”, scegliendo l’approccio migliore per ogni richiesta senza che l’utente debba modificare alcuna impostazione.

    Questa funzionalità trasforma quello che era un processo noioso in una vera e propria esperienza visiva.

    Il ‘giochino di animazione’ di GPT-5 mostra all’utente esattamente come arriva alle sue conclusioni, rappresentando un perfetto esempio di gamification applicata all’AI: l’intrattenimento visivo compensa i tempi più lunghi necessari per il ragionamento.

    Caratteristiche chiave di GPT-5:

    • Ragionamento trasparente: mostra il processo di pensiero in tempo reale;
    • Riduzione delle allucinazioni: circa dell’80% inferiore di errori fattuali rispetto a o3;
    • Accessibilità totale: disponibile gratuitamente per tutti gli utenti.

    Grok4: La Sfida di Elon Musk

    xAI ha lanciato Grok 4 il 10 luglio 2025, e Musk lo ha presentato nel suo inconfondibile stile di affermazioni audaci: “l’intelligenza artificiale più intelligente al mondo”.

    Le principali innovazioni di Grok4:

    Sistema Multi-Agente con Grok 4 Heavy

    E’ un approccio collaborativo e rappresenta una novità assoluta nel settore, perché permette a diversi “cervelli artificiali” di lavorare insieme su problemi complessi. In Italia, SuperGrok Heavy costa 349€ al mese, il prezzo più elevato tra le soluzioni IA consumer ad oggi.

    Prestazioni da Record

    Ovviamente i risultati sui benchmark sono impressionanti:

    • Humanity’s Last Exam: outperforming Google’s Gemini 2.5 Pro and OpenAI’s o3 (high)
    • ARC-AGI-2: il risultato di 16.2% è quasi il doppio del migliore modello commerciale di AI

    Produzione di Immagini

    Anche Grok 4, come SORA o VEO è in grado di produrre immagini e video, questi ultimi però solo attraverso abbonamenti premium.

    Anthropic e Claude: Il Vero Salto Quantico

    Ma il vero “salto quantico” lo fa Anthropic. Claude che ora ha la capacità di ritrovare e referenziare le chat precedenti risolve quello che era il limite più frustrante di tutti i chatbot AI: la perdita di memoria conversazionale.

    Fine del Limite Fisico!

    Tradizionalmente, ogni conversazione con un AI ha un limite massimo di token (parole) che può processare e che, una volta raggiunto, richiede di ricominciare da capo perché il modello “dimentica” l’inizio della conversazione.

    Beh, adesso Claude non ha più questo problema perché può accedere a tutta la storia delle conversazioni passate:

    • Ricordare progetti sviluppati in conversazioni precedenti
    • Mantenere il contesto di discussioni complesse sviluppate in sessioni multiple
    • Continuare analisi iniziate settimane o mesi prima
    • Costruire una vera “memoria di lavoro” a lungo termine

    Questa funzionalità trasforma Claude in un vero assistente personale, in grado di mantenere il filo del discorso e l’evoluzione del pensiero dell’utente nel tempo.

    A) Quando aprite Claude vi viene chiesto se lo volete autorizzare a leggere le vecchie/altre conversazioni.

    B) Questo è il mio segreto per evitare le “allucinazioni” del modello (come per GPT-5 rispetto GPT-o3 😎).

    Google/Gemini

    Google è rimasta a guardare? Le risposte significative presentate al Google I/O 2025 e implementate durante l’estate si concentrano su tre pilastri: sistemi multi-agente, capacità agentiche e integrazione profonda nell’ecosistema Google.

    Gemini 2.5 Deep Think: Il Sistema Multi-Agente

    Il 1° agosto 2025, Google ha rilasciato Gemini 2.5 Deep Think, il suo primo sistema multi-agente che, come xAi-Grok4-Heavy genera multipli agenti AI per affrontare una domanda in parallelo, un processo che utilizza significativamente più risorse computazionali di un singolo agente, ma tende a produrre risposte migliori.

    La caratteristica più interessante di Deep Think è che è capace di produrre “risposte molto più lunghe” rispetto agli altri prodotti di AI in commercio.

    Infine una nota importante per chi fa commercio elettronico, viene introdotto lo Shopping agentico: funzionalità di checkout automatico che effettua acquisti quando il prezzo è giusto

    E DeepSeek?

    Nel 2025 è emerso un protagonista inaspettato che ha scosso le fondamenta dell’industria AI: DeepSeek, un laboratorio di ricerca cinese che ha dimostrato come l’innovazione possa nascere da limitazioni apparenti.

    Il modello è 100% gratuito in chat e poco costoso via API, si distingue per diverse caratteristiche innovative. Al momento in cui scrivo questo articolo non ci sono speciali annunci o rilasci in risposta alle mosse dei “concorrenti”.

  • Silver Startupper: Quando l’esperienza fa davvero la differenza (anche nell’AI)

    Silver Startupper: Quando l’esperienza fa davvero la differenza (anche nell’AI)

    Siamo abituati a immaginare gli startupper come giovani ventenni, entusiasti e privi di timori, ma oggi dati e realtà ci dicono qualcosa di diverso: l’età media dei fondatori di startup di successo si aggira sui 45 anni.

    Per anni, il messaggio diffuso è stato chiaro: “l’innovazione appartiene ai giovani”. Ma basta guardarsi intorno per capire che la narrativa sta cambiando. Herbert Boyer fondò Genentech, poi valutata 47 miliardi di dollari, quando aveva 40 anni; David Duffield avviò Workday a 64 anni, creando un colosso oggi valutato oltre 43 miliardi. Persino nel settore dell’intelligenza artificiale si inizia a comprendere che l’esperienza non è un ostacolo, bensì un vantaggio competitivo.

    I fondatori senior portano al tavolo qualcosa di unico: l’esperienza accumulata negli anni, una profonda conoscenza del mercato e, soprattutto, una gestione matura del fallimento. Dopo aver già sperimentato le insidie del mercato e vissuto sulla propria pelle almeno un insuccesso, chi supera una certa età affronta le nuove sfide con una consapevolezza diversa. Sa cosa evitare, quali rischi correre e soprattutto come affrontare i momenti difficili.

    Questa maturità si riflette direttamente anche nella gestione finanziaria: gli imprenditori senior hanno esperienza, sono più cauti con i capitali e dispongono di reti di contatti consolidate, aspetti cruciali per una startup che vuole crescere rapidamente.

    Eppure, nonostante questi vantaggi evidenti, in Italia persiste una sorta di discriminazione anagrafica. Le istituzioni puntano quasi esclusivamente sui giovani under 40 e sulle donne, ignorando completamente l’enorme potenziale dell’esperienza che possono apportare gli imprenditori maturi. Oggi, infatti, non esiste praticamente nessun incentivo pubblico italiano specificamente rivolto agli imprenditori che superano i 55 anni, mentre per donne e giovani sotto i 35 anni sono stati stanziati centinaia di milioni di euro tramite il PNRR.

    Personalmente, ho sperimentato quanto possa essere frustrante cercare risorse per avviare progetti innovativi nel nostro paese in generale e specialmente superati certi limiti di età, tuttavia, questa esperienza mi ha spinto ancora di più verso l’innovazione, portandomi a creare u-prompt, una piattaforma destinata a democratizzare l’accesso corretto e professionale all’intelligenza artificiale, la prima del suo genere in Italia e probabilmente in Europa.

    u-prompt ha già un chatbot multicanale che fa risparmiare almeno 40€ al mese ai professionisti, ma presenterà un agente-chatbot innovativo capace di replicare tutte le funzionalità avanzate dei principali strumenti AI presenti oggi sul mercato, ad una frazione del costo attuale. Questo consentirà ai professionisti del settore di risparmiare da un minimo di 100€ fino a 800€ al mese, mentre gli appassionati e gli hobbisti potranno finalmente accedere a tecnologie AI finora economicamente fuori dalla loro portata.

    L’MVP di questo agente-chatbot è già disponibile per chi vorrebbe investire nella start-up.

    Un tasso di successo del 70%
    Tra gli oltre 1,5 milioni di imprenditori nel mondo, quelli sopra i 50 anni hanno maggiori probabilità di avere successo rispetto alle controparti più giovani. Oggi negli Stati Uniti un’impresa su tre è avviata da qualcuno di 50 o più anni. Ma c’è di più. Se solo il 28% delle start up create dai giovani durano più di tre anni, per quelle accese da over 60 il tasso di successo è del 70 per cento. È quanto mette nero su bianco il rapporto “The Longevity Economy” realizzato dall’Aarp and Oxford Economics. «Poter fisicamente e psicologicamente lavorare significa anzitutto riconoscere il proprio contributo alla società di cui si è parte, poter produrre reddito, non gravare sulle pensioni e quindi sui giovani per dover finanziare i più vecchi. Significa anche avere capacità di spesa, permettere all’economia di rimanere in un ciclo attivo», precisa Palmarini, che prospetta un futuro ancora più determinato dalla generazione silver.

    Come correttamente riportato nell’articolo su Sole24Ore e non mi sento affatto escluso dalla corsa all’innovazione per via della mia età, al contrario, sono convinto che proprio l’esperienza maturata negli anni possa fare la differenza nella capacità di leggere il mercato, anticipare i bisogni degli utenti e costruire soluzioni realmente efficaci.

    u-prompt è il risultato di questa convinzione, un progetto che mostra chiaramente come il valore dell’esperienza, del fallimento e della resilienza possa tradursi in innovazioni concrete e di successo, sfidando ogni pregiudizio anagrafico.

  • Creare, non seguire – Lezioni dal mio percorso imprenditoriale

    Creare, non seguire – Lezioni dal mio percorso imprenditoriale

    L’innovazione parte da dentro, non dalla moda del momento

    Spesso si pensa che fare impresa significhi inseguire trend o replicare quello che “va di moda”. Ma come sottolinea bene Alessandro Benetton, “Penso che inventare qualcosa di nuovo (non innovativo ma nuovo) sia veramente difficile”

    Da anni, quando penso o immagino ogni mio primo progetto, parto dalla consapevolezza non sta nell’agganciarmi alle tendenze mainstream, ma nel creare valore da zero: osservando bisogni reali, sperimentando strade mai battute, e restando fedele alla mia visione.

    Benetton lo ribadisce: imprenditore significa avere coraggio, indipendenza e discontinuità, dissentire e costruire percorsi non lineari e per me ha ragione.

    Il momento della mia svolta è arrivato quando ho deciso di non seguire gli altri, ma di provarci da solo, imparando strada facendo, anche sbagliando.

    Le cose più significative sono nate così: da una consapevolezza profonda, dall’ascolto di stimoli esterni, da una fusione tra audacia e metodo, con l’intento di risolvere un problema e trarne il massimo vantaggio per tutti, azienda e cliente:

    Teche Rai
    DocuBox
    Flussu
    Medigenium
    u-prompt

    Se sei un imprenditore o stai iniziando un progetto, il consiglio è semplice: non inseguire la moda, ma coltiva qualcosa di tuo. Coltiva la discontinuità, resta fedele alla tua visione, e costruisci valore.

    I veri risultati arrivano quando intrecci coraggio e metodo, anche se ti dicono che sei “troppo avanti”, come fanno con me, non cambiare, combatti le menti vecchie!

  • L’innovazione in Italia

    L’innovazione in Italia

    Le intelligenze artificiali sono una innovazione e, come tale, sono usate per:

    1) dare la colpa dei propri problemi;

    2) immaginare un futuro cupo e pieno di mostri;

    3) promuovere expertise esistente solo su carta;

    e

    4) infine, nel loro giusto modo.

    È sempre stato così, in questa settimana è morto Nichi Grauso, innovatore, precursore, colui grazie alla quale l’Italia scoprì l’esistenza di un coso chiamato “internet” e giocoforza sono riaffiorati i ricordi di allora: se ne parlò subito come di una roba pericolosa e (non c’erano ancora i complotristi [errore voluto]) ad ascoltare sentire i giornalisti di allora, oggi saremmo dovuti essere degli individui abbrutiti, collegati a un PC per poter sopravvivere nei nostri bui loculi, senza alcun altro modo di comunicare tra noi.

    La realtà è ovviamente diversa.

    Faccio un esempio? Grazie alla mia _quarantennale_ esperienza nello scrivere software (e beh!), flulú, il sistema di l’accorciamento dei link più più più più più più smart dell’intera concorrenza mondiale, adesso è usabile anche in mandarino semplificato.

    E ci sono volute solo un paio d’ore.

    Come si fa? L’ho spiegato nel mio manuale