Oracle–OpenAI: perché a muovere i mercati non è “la migliore AI”?

OpenAI non è la “migliore AI”, ma è certamente colei che fa i migliori affari. L’accordo da 300 mld con Oracle mostra come sul mercato vincono i primi.
E in Europa? Regoliamo e non costruiamo.


Fra il 10 e il 12 settembre è rimbalzata la notizia: OpenAI ha firmato con Oracle un accordo da 300 miliardi di dollari, circa cinque anni di capacità di calcolo a partire dal 2027. È uno dei più grandi contratti cloud mai riportati. Nel quadro più ampio, c’è anche la costruzione di 4,5 GW di nuova capacità data center legata all’iniziativa Stargate.

Davvero ti interessa sapere cosa ne penso? Ecco qua:

1. OpenAI non è “la migliore tecnologia” — è quella che fa i migliori affari

Diciamolo chiaro: OpenAI oggi non è “la migliore AI disponibile” in senso assoluto. È tra le migliori, certo, ma ci sono competitor che in singoli task o verticali la superano. E mentre si discute, OpenAI ha perso pezzi grossi (da Ilya Sutskever a Mira Murati) e ha vissuto scosse interne importanti. Eppure sigla il mega-accordo che ridefinisce l’offerta di calcolo per i prossimi anni.

Questo è l’insegnamento: vince chi arriva prima sul mercato chiude le alleanze giuste—anche se la tecnologia non è oggettivamente “la migliore”.

Il contratto con Oracle è un segnale chiarissimo. Chi controlla calcolo + energia + supply chain hardware si compra tempo, scalabilità e posizionamento. È una barriera competitiva concreta, più dei comunicati sui modelli.

Se alle spalle c’è una capacità prenotata per 5 anni e un’infrastruttura da gigawatt, tutti gli altri sono costretti a inseguire.

2. I colossi si muovono lenti, ma quando si muovono fanno rumore. E in Europa… regoliamo.

I giganti si muovono con la velocità di un bradipo: board, compliance, procurement, iter infiniti. Ma quando mettono giù il piede, la terra trema.

L’intesa Oracle–OpenAI fa esattamente questo: sposta gli equilibri perché mette a terra infrastruttura reale, non solo slide.

E mentre da noi passiamo (giustamente) molto tempo a discutere di guerra, etica, regolamenti, negli USA e in Cina si costruisce: si comprano GW, si prenotano GPU, si firmano contratti pluriennali, si aprono cantieri.

Qui l’Europa mostra la sua inadeguatezza: loro fanno, noi regolamentiamo. Attenzione: le regole servono (eccome!), ma se in parallelo non costruiamo —capex, campus, grid, filiere—restiamo clienti del progresso altrui.

Il punto non è deregolare, è FARE, costruire, realizzare, cantierizzare. L’accordo da 300 mld non è un comunicato: è calcolo prenotato che verrà consumato in prodotti, servizi e API.


Note di contesto (senza farsi incantare dai numeri)

  • $300 mld / 5 anni, start 2027: cifra e finestra temporale riportate dal Wall Street Journal e riprese da più testate; non sono dettagli ufficiali pubblicati da OpenAI/Oracle, ma fonti solide convergono su questi ordini di grandezza.
  • 4,5 GW “Stargate”: qui c’è un annuncio pubblico (luglio) sull’espansione con Oracle negli USA; il numero è esplicito.
  • Diversificazione oltre Azure: la traiettoria era visibile già dal 2024, quando OpenAI scelse OCI per estendere Azure AI.

non metto qui i link alle fonti, dovreste sapere usare chatbot e google, no?

Dunque?

Se lavori in AI, la domanda non è “quale modello è il migliore oggi?”, ma “chi avrà calcolo ed energia domani“?.

Le feature si copiano; le prenotazioni di calcolo no. L’accordo Oracle–OpenAI è esattamente questo: posizionamento.

Perché ho creato u-prompt

È su queste basi che ho ideato u-prompt.com: chi si muove, chi fa, chi produce… vince su chi ha paura.

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