2025: il 1994 dell’intelligenza artificiale

Lo sai? Nel 1992 si poteva spedire una e-mail.

Per farlo ci si appoggiava ad una struttura chiamata BBS (Bullettin Board System), internet in Italia non esisteva e il nodo BBS di Palermo era il mio computer.

Un messaggio impiegava anche 24 ore per arrivare a destinazione e chi forniva il “servizio BBS” ne sosteneva tutti i costi, telefonici, elettrici, di manutenzione, senza alcun rimborso. Eppure, era già più veloce di una lettera, i postini ci chiamavano “pazzi furiosi” e iniziavano a temere per il loro futuro.

Poi nel 1994 in Italia arrivò Internet. All’improvviso le e-mail arrivavano in pochi minuti grazie ad un abbonamento da 32 mila lire al mese (16 Euro) più i costi delle telefonate. I postini divennero sempre più nervosi e si aggiunsero i professori: la conoscenza cominciava a essere accessibile a tutti, senza bisogno di biblioteche o manuali universitari.

Quindi arrivarono le email fake, le bufale sui gattini allevati dentro le bottiglie, i primi complottismi, il lato oscuro dell’informazione digitale prese subito forma, ma nello stesso tempo, arrivarono le applicazioni web, il marketing digitale, il commercio elettronico, cambiarono i modelli di business. Nacquero nuove professioni, interi mercati si spostarono online.

La tecnologia continuò a correre: Blackberry ci regalò lo smartphone e Steve Jobs lo trasformò in un oggetto iconico con il display a cristalli liquidi multi-touch (grazie a Federico Faggin per averci raccontato cosa accadde davvero).

Il resto è la storia che viviamo oggi. I postini? I professori? Sono ancora qui e si sono anche moltiplicati. La tecnologia non li ha cancellati: ha trasformato il loro lavoro, creando nuove opportunità.


Qual è l’evoluzione prevedibile dell’AI?

Oggi l’AI è, in gran parte, un sistema di chat.

Facciamo una domanda e riceviamo una risposta, generata sulla base della probabilità statistica e dei dati su cui il modello è stato addestrato. È affascinante, ma ancora primitivo.

Se confrontiamo il web del 1994 con il web del 2025, possiamo intuire come evolverà l’AI nei prossimi 10 anni:

  • Dinamismo e multimodalità – L’AI non sarà più solo testo, ma integrerà voce, immagini, video e sensori in tempo reale. Interagiremo con come con una persona, passando senza soluzione di continuità dal linguaggio naturale a gesti, suoni e contesti visivi.
  • Personalizzazione estrema – I modelli non saranno più “generici”, ma calibrati su di noi, sul nostro contesto e sulle nostre preferenze. Ognuno avrà un’AI “compagna di vita” che lo conosce e lo supporta nelle scelte quotidiane.
  • Integrazione invisibile – L’AI non vivrà più in una chat: sarà dentro i software, i servizi, i dispositivi quotidiani, proprio come oggi nessuno “usa HTML”, ma tutti usano applicazioni web costruite sopra.
  • Automazione autonoma – Non chiederemo solo “scrivi questo” o “spiegami quello”: delegheremo interi processi. L’AI potrà prenotare viaggi, gestire pratiche burocratiche, coordinare progetti.
  • Wearable AI – OpenAI e altri player stanno già lavorando a dispositivi indossabili che portano l’AI fuori dallo schermo. Occhiali, spille intelligenti, auricolari che ascoltano, vedono e rispondono in tempo reale, diventando un’estensione naturale della nostra memoria e delle nostre capacità.

👉 In sintesi: se oggi l’AI è “l’HTML del 1994”, tra 10 anni sarà un ecosistema diffuso, multimodale e indossabile, non più solo una chat che risponde, ma un compagno digitale che ci affianca nella vita quotidiana.

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